lunedì 15 giugno 2015

Lo stato politico del PD

Sono passati anche i ballottaggi delle comunali 2015. E c'è il consueto momento di riflessione post elettorale dopo regionali e amministrative. Mentre le regionali avevano segnato un buon risultato per il PD, le comunali evidenziano scricchiolii veri tra il partito (maggioranza e minoranza) e il proprio elettorato.

La maggior criticità del PD a guida Renzi è il modus operandi dalemiano di molti dirigenti locali che si professano renziani. Nell'attuale e imperante narrazione politica incentrata sui talk show e sulle dichiarazioni (o post sui social) fatte in orari buoni per ottenere spazio nei TG è scomparsa la riflessione, e conseguentemente la connessione, tra politica e territorio. Territorio inteso come comunità di cittadini e non come capibastone. Che poi a dirla tutta, anche a volerla vedere con un eccesso di cinismo, i capibastone in periodi di crisi hanno poche prebende da offrire e quindi perdono inesorabilmente il loro peso numerico nell'apportare voti in quanto tale peso si basa più sul consenso spiccio, anzi spicciolo... 

La narrazione giovanilistica, seppur io sia un trentenne, non l'ho mai gradita più di tanto. Sicuro come la morte è che ci sia bisogno di un ricambio generazionale che di certo non sarà favorito da nessuno e che bisogna conquistarsi, ma c'è anche da dire che se i giovani dirigenti e/o parlamentari adottano comportamenti gestionali simili alla generazione precedente ci sarà solo un ricambio anagrafico che è cosa diversa dal cambio generazionale. A ciò fanno da contraltare le rimostranze dei capibastone sulla base della loro esperienza anche se tale esperienza frutti benefici al territorio in troppi casi non ne ha minimamente portati.

Per mantenere lo status raggiunto nella società italiana il PD, e il suo Segretario, devono tornare a interfacciarsi con i cittadini. Nella sua ascesa Renzi l'ha fatto, inevitabilmente, tramite i media. Ora che è Presidente del Consiglio e Segretario del PD deve farlo delegando ai suoi l'interazione, in carne ed ossa, con l'elettorato attivo. Per fare questo si dovrebbe avere la conoscenza di ciò che succede sui territori e la verifica dell'effettivo (o presunto) slancio innovatore di chi si professa renziano. 

Questo sarà possibile solo se Renzi sceglierà di essere fedele a ciò che ha sostenuto nelle primarie del 2013. Se invece regredirà al Renzi delle primarie del 2012 si rischiano amare sorprese.

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