lunedì 31 marzo 2014

E' morto il Senato, W il Senato?

Finalmente in via di presentazione il testo di legge per la modifica del Senato da camera elettiva a camera degli eletti, i cui membri dovrebbero essere i rappresentati delle amministrazioni regionali e 5 membri scelti dal Presidente della Repubblica .
Una riforma sicuramente "pesante" sulla quale si intrecciano molteplici giochi funzionali alla campagna elettorale in vista delle europee.

Oltre all'aspetto tecnico-legislativo questa eventuale riforma è importante per un aspetto profondamente politico. Renderà possibile inquadrare chi è che vuol fare le riforme, chi non vuole farle ma soprattutto chi ha sempre sostenuto di volerle fare ma in realtà non vuole.

Renzi sembra tirare dritto sulla questione e non potrebbe fare diversamente su una riforma che si intreccia con la legge elettorale che deve portare finalmente l'Italia all'elezione diretta del Presidente del Consiglio. Ci sarà un assalto feroce da parte di predicatori senza sostanza quali Grillo e Vendola, allergici alla maggioranza per l'onere della responsabilità che deriva dal farne parte. Ci sono poi gli alleati di maggioranza che sono abituati a giocare al risiko dei veti incrociati per far andare tutto alla malora e nel caso specifico per depotenziare l'azione e quindi il progressivo incremento dei consensi di Renzi.

Renzi tira dritto per non rimanere invischiato in siparietti visti centinaia di volte, e nel caso non si arrivasse agli obiettivi prefissati palesare chi l'ha impedito.
Sperando ci sia un limite ai deliri politici a cui ormai da troppo tempo assistiamo.


lunedì 10 marzo 2014

Parità di genere?

Il percorso della legge elettorale definita Italicum si ferma alla Camera perché sono in discussione gli emendamenti sulla parità di genere.

Il primo grande equivoco è di naturale lessicale. Parità di genere non è sinonimo di quote rosa. Presuppone che ci sia un egual numero di esponenti dei due sessi. Quindi se ritenessi che le due donne sono migliori dei due uomini presenti nel listino non potrei votarle entrambe. Concettualmente abominevole.

Poi, come troppo spesso accade, nel dibattito c'è la presenza di chi farebbe demagogia anche sulla madre (Alfano su tutti). Nel caso specifico c'è chi contemporaneamente "combatte" per le preferenze e per l'imposizione della parità di genere. La contraddizione è evidente e fastidiosissima.

Questo concetto artificioso di parità di genere va contro il merito, la logica ed è pure irrispettoso delle donne. E' irrispettoso perché implica l'impossibilità che ci possano essere più donne che uomini negli scranni parlamentari.

Il fatto che tante donne appoggino questa proposta è la cosa più angosciosa.