mercoledì 18 gennaio 2017

È strepitoso

È strepitoso come giornalisti, opinionisti e personaggi vari dopo le dimissioni di Renzi non sappiano o vogliano dire quali siano state le sue vere lacune. E lo dice un suo sostenitore. Sarebbe sciocco aspettarsi che lo faccia Renzi stesso. L'unico che vi ha accennato è Mario Monti, che però non doveva usare quei motivi per votare no alla riforma costituzionale, in quanto di certo, per meriti suoi, non ha problemi di occupazione e reddito che possano giustificarne un voto di pancia.
Ma d'altronde c'è una maggioranza democraticamente vittoriosa che considerava far cadere un governo di una legislatura finita più importante dell'inizio di un miglioramento nella macchina legislativa e amministrativa del Paese. La cosa più "simpatica" è che le vittime di questo immobilismo parastatale saranno quelli che lo sono stati fino ad adesso.
Molti sessantottini incarogniti hanno votato no allo sblocco della scala sociale. Una nemesi. Gran parte dei giovani, pur avendo io votato sì, in fondo li capisco.
Quello che mi impensierisce non è se Renzi sarà o meno di nuovo a Palazzo Chigi. La questione è: come fare a riportare al centro del dibattito pubblico strategie economiche, industriali e occupazionali. Quelle effettivamente percorribili, sia chiaro. Strategie energetiche e di razionalizzazione della spesa pubblica. Discutere di Sistema Paese. Sono uno di quelli che pensano che il problema dell'Italia non è il "sistema" ma il fatto che ne manca uno vero. Siamo un'intersezione di sottinsiemi che per non perdere una sola briciola manderebbero in malora tutti gli altri. (L'errore politico di Renzi è stato non capire quali di questi sottinsiemi gli avevano dato effettivamente fiducia, o almeno sospeso qualsiasi ostilità, nel 2014)
Fatto sta che in un mondo globalizzato, piaccia o meno la globalizzazione, un'intersezione di sottinsiemi avrà vita breve, cioè andrà a puttane gran parte del benessere di chi ce l'ha, e chi non ce l'ha può pure scordarselo fin da ora.

domenica 8 gennaio 2017

Gli elettori non hanno votato nel merito del referendum? O forse sì

Siamo ormai a un mese di distanza dal responso del referendum costituzionale sulla legge Boschi e quel che conteneva. Si è già detto tutto sulla genesi del voto,  su pance, stomaco e altri organi assortiti. 
E se invece gran parte degli elettori del no la riforma l'avessero capita benissimo? Non è da scartare l'ipotesi che, ad esempio, qualcuno abbia votato no all'armonizzazione delle Agenzie del Lavoro, gestite dalle amministrazioni provinciali, che sono la cloaca del peggior clientelismo, ma non per chi ne beneficia, evidentemente. Molto probabile che qualcuno abbia votato contro lo smaltimento dei contenziosi tra Stato e Regioni perché nei meandri di quegli ingranaggi opachi ci riesce a "mangiare", ai danni di quella stessa gente che sostenevano di voler riscattare mandando a casa Renzi. Di sicuro tanti improvvisati capi-popolo dell'ultima ora hanno votato no all'abolizione dei rimborsi ai gruppi politici regionali perché ne prendono una fetta anche loro. Il tutto andando in quel posto a coloro che li hanno seguiti determinati e poi festanti. 
In quel posto ce lo siamo presi tutti, sia quelli che han votato sì, sia quelli che han votato no spingendo il carro degli stessi personaggi che spesso tengono in scacco le loro ambizioni, i loro meriti e talvolta persino i loro diritti. O forse lo sapevano, ma immaginare future prebende è l'oppio del popolo italico