sabato 12 aprile 2014

Perché mi sento e sono europeo

L’Europa non esiste”. Quest’affermazione la sento ripetere come se l’Europa e il sapersi europei fosse una condanna. Io mi sento europeo perché lo sono.

Sono europeo perché credo nel “welfare state” dove verrebbe premiato il merito, la capacità e l’impegno dopo che sia stata data a tutti la possibilità di esprimere le proprie attitudini e ci sia un sistema che aiuti ciascuno a capire tale attitudine dove si celi; perché credo in un sistema-stato che dia sostegno economico e formativo a chi momentaneamente è impossibilitato ad esercitare le proprie capacità e conoscenze.

Mi sento e sono europeo perché voglio che le tasse pagate siano il corrispettivo dei servizi che mi vengono offerti, voglio che la legge non mi appaia come un fardello da subire perché iniqua e approssimativa, voglio che la ricchezza non sia odiata perché avuta grazie all'ingegno sano o perché si è fatto qualcosa di utile alla collettività, voglio che neanche la povertà sia odiata come se fosse un crimine.

Si può credere che un cittadino di Berlino, Parigi, Londra, Madrid o Atene non possa desiderare lo stesso? Preferireste avere a che fare con una bella persona olandese, portoghese, greca o con una pessima persona italiana?

A queste domande ci diamo la stessa risposta. Ecco perché sono e siamo europei.