giovedì 31 agosto 2017

Minniti ovvero la gestione del possibile

Tempi caldi sul tema migranti. Prima le accuse (infondate) alle ONG da parte degli "imprenditori della paura" grillo-leghisti su assist del pessimo Zuccaro. No, Zuccaro non aveva ragione, Zuccaro è un imbecille che con il suo modus operandi getta discredito sulla magistratura. 
Poi è arrivato il cosiddetto Codice Minniti che chiede alle ONG, per poter operare nel Mediterraneo centrale, di non trasbordare su altre navi coloro i quali vengono salvati e soccorsi. Niente di eccezionale, una precauzione doverosa per non far sentire gli scafisti come autorizzati a fare il cavolo che gli pare quando gli pare. La Libia è più stabile, esiste ancora il dualismo Tripoli-Tobruk e Serraj-Haftar ma non c'è più l'isis a Sirte (città costiera) e un minimo di ordine si è fatto largo. Quindi si può tornare a ragionare con i libici per una cooperazione. 

In Libia c'è il rischio che i migranti trattenuti siano maltrattati? Sì, sono fatti purtroppo accertati. Bisogna però indurre i libici a modificare atteggiamento su questa questione, perché frignare non basta. Personalmente accoglierei in Italia quanti più possibile, non dimenticando che un'accoglienza degna di questo nome non può prescindere dalla valutazione del terreno sociale in cui deve avvenire l'integrazione dei migranti. Molti italiani sono ostili ai nuovi arrivati, vuoi per razzismo o per umano timore del nuovo e dell'ignoto, per cui bisogna prima gestire l'effettiva integrazione di chi è già sul suolo italiano. Dopo si potrebbe anche tornare ad un aumento dei flussi, magari anche programmati e tramite canali legali, ma solo quando ci sarà un dispositivo di integrazione più efficace. 

Piccola parentesi sullo ius soli temperato che tra non molto dovrebbe passare in discussione al Senato: non riguarda i migranti degli ultimi anni ma ottocentomila bambini e ragazzi già italiani a cui viene impedito di esercitare i diritti di cittadinanza, a differenza dei loro compagni di scuola, calcetto, pallavolo o danza. Chi non lo capisce è scemo, chi non lo vuole capire è stronzo, molto stronzo.