giovedì 19 marzo 2015

L'attacco è al modo di vivere europeo

A Tunisi, ieri, c'è stato l'ennesimo attentato rivendicato dal califatto islamico, al museo Bardo. Alla fine si contano oltre venti vittime, anche se al momento non c'è un bollettino definitivo. Sono morti anche due attentatori e un agente di polizia. Sembra ci siano almeno tre vittime italiane. 

Ci hanno dichiarato guerra. Al modo di vivere europeo. Alla nostra capacità di confrontarci e pensarla diversamente senza sentirci obbligati ad ammazzarci l'un l'altro. A mio avviso la cosa che più detestano del continente europeo è la capacità di integrare sempre meglio i musulmani al suo interno, il che dimostra che un musulmano può continuare ad esserlo senza assoggettarsi alla sharia. 
Sento frequentemente parlare dell'assenza di un islam moderato. Ho provato ad immaginarmi musulmamo di questo tipo, in Europa, in questo periodo. Sospetto filo-terrorista per tanti autoctoni europei e sospetto traditore dalla parte più osservante della comunità islamica. Voglia di esprimere opinioni troppo nette ne avrei poca.

L'assalto è alla nostra propensione alla convivenza tra varie culture. Non durerà poco, forse durerà decenni. Ci tocca combattere, tutti, intellettualmente. Cedere all'apprensione, regredendo dalla nostra capacità di includere, sarebbe fare un passo verso il modo di vivere dei jihadisti. Dobbiamo temere di diventare un po' alla volta come i seguaci del califfato. Si deve avere paura delle nostre reazioni come società più che dei terroristi.

giovedì 12 marzo 2015

il bigottismo dei sessantottini

Di tutto il Rubygate quello che me ne rimane è l'amarezza per aver visto l'intera opinione pubblica concentrarsi sul gossip e non sulla concussione. Troppo ghiotto il boccone per gli irreprensibili puritani italici, poco importa se 3 su 4 vanno a prostitute almeno saltuariamente. Lo sfruttamento della prostituzione è altra cosa rispetto alla fruizione e condannare Berlusconi in primo grado per questo fu una forzatura. Sulla concussione invece mi è sembrata forzata l'assoluzione.

Lasciando stare la sostanza giuridica mi ha colpito un aspetto del dibattito nell'opinione pubblica: il bigottismo dei sessantottini. Certo il nemico politico è di quelli particolarmente odiosi ma di tutto quello che gli si può rimproverare i giudizi più feroci li hanno espressi sulle sue abitudini sessuali. Addirittura si accodano alla condanna morale della Conferenza Episcopale. Non crediate che consideri edificante che un Presidente del Consiglio nel pieno delle sue funzioni organizzi festini dalle cui partecipanti è risultato uscire il "profilo giusto" per essere parlamentare. Da preferirsi comunque un'olgettina a certe prostitute intellettuali che bazzicano in Forza Italia.

L'opinione pubblica. Mi pongo, da un po' di tempo a questa parte, un quesito: possibile che con l'unico capo di governo nella storia mondiale ad essere riuscito a far salire il debito pubblico facendo ridurre il prodotto interno lordo, non in percentuale ma addirittura in valore assoluto, per trovare un motivo per considerarlo invotabile abbia potuto più l'ipocrisia degli "integerrimi" italiani, che la distruzione del sistema economico e dell'ordinamento giuridico? La risposta è si, ed è tristissimo.

domenica 8 marzo 2015

L' 8 marzo lo intendo così

Giornata mondiale della donna. La celebro da uomo, o forse solo da maschio, per quelle donne che lottano per se stesse e le altre, e sono consapevoli che ciò serve al mondo a non emarginare la metà dei cervelli che potrebbe aiutare a migliorarlo. Per questo e non per il semplice fatto che siate nate femmina.

domenica 1 marzo 2015

Se potessi parlare di persona a Roberto Saviano.

Con Roberto Saviano mi piacerebbe tanto avere l'occasione di parlare di persona come tante altre persone comuni che hanno apprezzato il suo Gomorra e riconoscono la cifra intellettuale dell'autore. Però gli direi che fa troppo il nichilista e quando sei un riferimento per la gente che nella società si muove con le migliori intenzioni questo può essere molto negativo.
Saviano ebbe molto coraggio a scrivere quel libro ma c'è gente che è rimasta sul territorio a combattere la camorra e senza nemmeno la scorta. Quindi, anche se è liberissimo di farlo e ci mancherebbe altro, prima di dire di non andare a votare alle primarie regionali di un partito, in questo caso il PD, come ha invitato a fare alla vigilia della consultazione, torni nella Terra dei Fuochi dov'è nato e dove c'è gente che vive in una prigione sociale che a differenza di quella di Saviano non è nemmeno dorata. Questo il mio consiglio.