martedì 18 febbraio 2014

Governo Renzi e dintorni

Matteo Renzi si appresta a diventare Presidente del Consiglio. Lo fa con una manovra politicamente volgare. Non posso che considerare tale l'impallinare un premier del tuo partito per sostituirlo, ma rimanere con la stessa maggioranza parlamentare.


Già, rimanere con la stessa maggioranza parlamentare. Che senso ha per chi richiama continuamente alla vocazione maggioritaria? In chi ha vocazione maggioritaria non dovrebbe esserci spazio per la voglia di andare a Palazzo Chigi senza elezioni (anche se ci può stare) ma soprattutto non dovrebbe esserci la voglia di legare il destino dei propri progetti di riforma alle volontà di Casini e Formigoni.

La questione principale è proprio questa, in quanto il governo Letta nacque per cause di forza maggiore mentre il governo Renzi nascerà per una scelta precisa e volontaria di Renzi. Con la stessa maggioranza. Il programma che Renzi dice di voler attuare è, a parer mio, buono se non ottimo. Potrebbe avere serie difficoltà nel farlo a causa della maggioranza spuria che si ritroverà, ma se la ritroverà di spontanea volontà ed è proprio quello che potrebbe pagare in caso di insuccesso. L'alibi dei numeri risicati e dei veti posti dagli altri, se lo userà, si ritorcerà inevitabilmente e giustamente contro di lui e anche il resto del PD che fino a pochi giorni fa lo accusava di essere un simil-berlusconiano.

Inoltre risulta evidente l'incoerenza del segretario PD. Certo la coerenza ad oltranza in politica è quasi impossibile da perseguire ma sbugiardarsi come ha fatto lui nel breve volgere di poche ore è un bruttissimo segnale che non è sfuggito prima di tutti agli elettori che l'hanno sostenuto per le primarie del dicembre 2013.

Ha compiuto un'operazione ad elevato livello di azzardo da cui, tra l'altro, anche chi è nella sua cerchia più stretta non può sottrarsi anche se non la condividesse. Se falliranno l'aggancio alla ripresa economica e al riscatto civico dell'Italia ne saranno i responsabili.
Cosa che personaggi come Casini e Formigoni sicuramente gradirebbero...



mercoledì 5 febbraio 2014

Bruciate libri? Datevi fuoco!

Negli ultimi mesi si sono avuti due episodi in cui qualcuno se l'è presa con i libri. Il primo è stato l'intimazione, rivolta ad un libraio, di abbassare le serrande durante una manifestazione di piazza, pena il rogo dei libri. Il secondo una foto postata su facebook da un deficiente col pedigree dove era immortalato un libro che bruciava nel suo camino; l'autore gli risultava poco simpatico.

Innanzitutto bisogna pensare che bruciare un libro, per quanto in disaccordo si possa essere con il contenuto, significa fare uno sfregio alla scrittura stessa e quindi al mezzo che ha permesso all'homo sapiens sapiens di diventare tale. Bruciare un libro significa, per chi adotta questa pratica, che la propria regressione verso lo stato di australopiteco è in fase avanzata.

Qualora foste parte di questa specie di primati ominidi vi rivolgo un "caloroso" invito: datevi fuoco!