mercoledì 27 novembre 2013

Berlusconi decade da vincitore. Ha sconfitto l'Italia.

Berlusconi ha vinto. Berlusconi decade da senatore e diventa incandidabile, ma lo fa da vincitore.

Ha sconfitto l'Italia. Ne ha distrutto il senso civico e la cultura facendo leva sull'incapacità della sinistra di scendere dal piedistallo di una presunta superiorità morale e intellettuale. Diventato Presidente del Consiglio ha continuato a delinquere, più di prima. Flotte di persone lo hanno difeso in nome dell'anti-comunismo.

Tutti i suoi alleati di questi 20 anni hanno creduto di poter disfarsene. Prima Bossi nel '94. Memorabile l'articolo sul quotidiano di partito "La Padania" del '98 che svelò al mondo le connivenze tra il Berlusconi e Cosa Nostra. Ovviamente dopo due anni la Lega Nord, partito del celodurismo, si presentava alle elezioni nella coalizione Casa delle Libertà, coalizione guidata dall'allora Cavaliere. 

Vinse le elezioni del 2001, dopo il capolavoro del "genio" D'Alema (considerato da qualcuno un fine tattico!) che si fidò di lui in sede di Bicamerale. Nelle elezioni del 2006 gli si contrappone, nuovamente come nel 1996, Romano Prodi alla guida delle forze di centrosinistra. I sondaggi e le proiezioni davano il Professore in netto vantaggio ma ecco che il venerdì antecedente alle urne, sullo scadere del confronto tv, il nostro genio criminale tirare fuori il ditino indice della mano destra, sfoderare il suo sorriso che partiva da un lobo e finiva a quell'altro, guardare l'obiettivo della telecamera e annunciare che avrebbe abolito l' I.C.I. sulla prima casa.

Milioni di esemplari di homo italiotas non resistettero al richiamo delle briciole che cadono dalla tovaglia e così al Senato si ebbe una maggioranza di soli due senatori per il centrosinistra. E se con due senatori in più hai tra le tue fila Mastella, Capezzone e De Gregorio non può che andare a finire in malo modo.

Si tornò alle urne nel 2008, la sfida era con Veltroni, alla guida del neonato Partito Democratico. La campagna elettorale impostata sul "ma anche" è un trauma che personalmente non supererò mai.

Berlusconi ottenne la maggioranza più ampia nella storia repubblicana d'Italia. Fu la legislatura del Lodo Alfano e di tutte le peggiori angherie istituzionali possibili. Fini, dopo avergli fatto da cane da riporto per 16 anni pronunciò ,il famoso "che fai mi cacci?". Se ne andò da solo, incontro all'epilogo politico che meritava.
Nel frattempo c'è stato il governo Monti, il nascere del governo Letta e la scissione dei cosiddetti ministeriali, fino ad arrivare alla fatidica data di oggi.

Berlusconi decade ma nel frattempo ha distrutto l'ordinamento giuridico dello Stato, ha incrementato gli introiti delle sue aziende, ha fatto in modo che si consolidassero gli oligopoli delle lobby che l'hanno appoggiato. Ha lasciato l'Italia nel guado.

Berlusconi è sceso in campo e l'ha inquinato. Ora che è decaduto e incandidabile l'attenzione deve spostarsi su altri argomenti. Ho 28 anni. Berlusconi è stato in politica per 20. Tutta la mia vita. La mia generazione merita di essere liberata dai dibattiti su di lui.

mercoledì 20 novembre 2013

Se telefonando...

Se telefonando... così cantava Mina in una sua celeberrima canzone. Se telefonando si abusa del proprio ruolo istituzionale, e il tuo ruolo è quello di Ministro di Grazia e Giustizia, forse la cornetta non dovresti alzarla.

La pensava e la pensa diversamente la ministro Cancellieri che ha chiamato (ops! non l'ha fatto lei ma il marito) componenti della famiglia Ligresti per pianificare la scarcerazione per "motivi umanitari" di Giulia Ligresti, che insieme al padre e al fratello, latitante in Svizzera, hanno letteralmente spolpato, in maniera fraudolenta, una delle più importanti imprese assicuratrici italiane, Fondiaria-Sai, danneggiando migliaia di piccoli risparmiatori.

Nonostante i fatti siano chiarissimi e non depongano a suo favore, la signora Cancellieri mentre riferiva nell'Aula di Montecitorio ha avuto l'ardire di mostrarsi offesa e adirata per la mozione di sfiducia presentata dal movimento 5 stelle. Scrivo Aula di Montecitorio, con le maiuscole, per riflesso condizionato e per ostinazione, perché da troppo tempo la dignità del Parlamento viene presa a sassate da chi lo occupa. Stavolta è toccato alla ministro Cancellieri, con le sue mancate dimissioni, e al premier Enrico Letta.

Il premier, nella sera precedente al voto sulla mozione di sfiducia alla ministro, è intervenuto all'Assemblea del PD, suo partito d'appartenenza, per dire che, in caso di voto favorevole alla mozione di sfiducia a Cancellieri, il gesto dovesse essere considerato un voto contro il Governo che presiede. Mi domando: si può affossare qualunque forma di buonsenso e di etica istituzionale in nome della stabilità di governo? Me lo domando perché mantenere stabile una formazione di governo che nei fatti non riesce a fare nulla di significativo di certo non serve all'Italia. Ancora meno si ha bisogno di vedere, da  parte chi ha il compito di tracciare la rotta del Paese, un maldestro tentativo di dissimulazione di un evidente abuso di potere come quello della signora Cancellieri.

Letta dice che la mozione presentata dal movimento 5 stelle sia pretestuosa, e in parte credo anch'io che lo sia, ma non per questo vuol dire che sia sbagliata. La questione è che con questa storiaccia ad avere il sangue avvelenato sono soprattutto chi, come me, è elettore PD.

Io da elettore PD mi pongo una domanda: ma un governo guidato da un Presidente del Consiglio che mette la faccia in difesa di un abuso di potere, merita la fiducia?