Uscirono nel corridoio, incrociandosi con Franz che entrava portando in un bicchiere la pozione calmante. Il professore chiuse la porta e disse "è curioso, dottore, come i dementi si tengano al corrente e siano aggiornati... siano sensibili a tutto quello che commuove la collettività... c'è il fascismo, c'è il duce, e allora voi troverete moltissimi malati che si fissano come vostro padre sul fascismo e sul duce... durante la guerra non si contavano i malati che si credevano generali e che volevano sostituire Cadorna o Diaz... e più recentemente quando ci fu il volo di Nobile al polo nord, avevo almeno tre malati che sapevano di certo dove si trovasse la famosa tenda rossa e avevano inventato uno speciale apparecchio per soccorrere i naufraghi... i pazzi sono sempre attuali... in fondo, nonostante la pazzia non cessano di partecipare alla vita pubblica e la pazzia, appunto, è il mezzo di cui si servono per parteciparvi... naturalmente da buoni cittadini pazzi quali sono." Il medico rise freddamente, assai compiaciuto del proprio spirito. E poi voltandosi verso la madre, ma con chiara intenzione adulativa nei riguardi di Marcello: "ma per quanto riguarda il duce, siamo tutti pazzi come vostro marito, nevvero signora, tutti pazzi da legare da trattare con la doccia e la camicia di forza... tutta l'Italia non è che un solo manicomio, eh, eh, eh."
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