giovedì 12 marzo 2015

il bigottismo dei sessantottini

Di tutto il Rubygate quello che me ne rimane è l'amarezza per aver visto l'intera opinione pubblica concentrarsi sul gossip e non sulla concussione. Troppo ghiotto il boccone per gli irreprensibili puritani italici, poco importa se 3 su 4 vanno a prostitute almeno saltuariamente. Lo sfruttamento della prostituzione è altra cosa rispetto alla fruizione e condannare Berlusconi in primo grado per questo fu una forzatura. Sulla concussione invece mi è sembrata forzata l'assoluzione.

Lasciando stare la sostanza giuridica mi ha colpito un aspetto del dibattito nell'opinione pubblica: il bigottismo dei sessantottini. Certo il nemico politico è di quelli particolarmente odiosi ma di tutto quello che gli si può rimproverare i giudizi più feroci li hanno espressi sulle sue abitudini sessuali. Addirittura si accodano alla condanna morale della Conferenza Episcopale. Non crediate che consideri edificante che un Presidente del Consiglio nel pieno delle sue funzioni organizzi festini dalle cui partecipanti è risultato uscire il "profilo giusto" per essere parlamentare. Da preferirsi comunque un'olgettina a certe prostitute intellettuali che bazzicano in Forza Italia.

L'opinione pubblica. Mi pongo, da un po' di tempo a questa parte, un quesito: possibile che con l'unico capo di governo nella storia mondiale ad essere riuscito a far salire il debito pubblico facendo ridurre il prodotto interno lordo, non in percentuale ma addirittura in valore assoluto, per trovare un motivo per considerarlo invotabile abbia potuto più l'ipocrisia degli "integerrimi" italiani, che la distruzione del sistema economico e dell'ordinamento giuridico? La risposta è si, ed è tristissimo.

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